venerdì 22 ottobre 2021

Mauro Mulas Trio con un bell'album jazz: 'Chiaroscuro'


 Buy!   (G.T. Music)

    Distribuzione: G.T. Music Distribution

       Pubblicato da: Micio Poldo Edizioni Musicali

 

Bello! Lo sto ascoltando/studiando, mentre intanto vado pubblicizzando in giro i lavori trascorsi di Mulas (anche in ambito prog rock, non solo jazzistico). Questo trio, suppongo, non si fermerà a tale prova (superata alla grande), ma continuerà a suonare e pubblicare insieme...

La formazione a tre sembra essere la dimensione ideale per Mauro Mulas, il quale anche in passato ha fatto spesso uso di questa formula. 


   Un trio di Mauro Mulas ma con formazione diversa: mentre alla batteria vediamo Pierpaolo Frailis (presente anche in Chiaroscuro), invece del contrabbasso di Atzori c'è nel video Roberto Deidda alla chitarra; e Mulas non suona il piano qui, ma le tastiere elettriche.


Chiaroscuro è certamente uno dei punti più alti della pur lunga e intensa carriera del tastierista, compositore e produttore nuorese. Mulas iniziò il suo percorso con Entity (gruppo di progressive rock)... anche se aveva già cominciato a esibirsi a otto anni con il gruppo musicale di suo zio... e, dopo aver studiato composizione e musica elettronica, nel corso del tempo è transitato per esperienze costruttive, ad esempio nel jazz, sotto la guida e con l'accompagnamento di musicisti di fama internazionale quali Dave Liebman, John Taylor, Steve Lacy, Paolo Fresu, Roberto Cipelli, Peter Waters.

   Mauro Mulas Trio - "Il senso della vita", breve spezzone dal vivo


Prima di arrivare a Chiaroscuro, da protocollare la pubblicazione - "tarda", purtroppo - de Il Falso Centro, album degli "storici" Entity, banco di prova progressive del musicista sardo e di alcuni suoi accoliti di allora. Parliamo al passato poiché lo 'studio album' in questione venne realizzato tra il 2009 e il 2012, e, quando la Lizard (o meglio la Locanda del Vento, sua sottoetichetta) lo pubblicò nel 2013-2014, degli Entity in vero stavano pian piano svanendo le tracce: un altro capitolo assai interessante ma in pratica forse già chiuso di Mauro Mulas, il quale si muove in continuazione... per tornare ancora e sempre al suo grande amore, il jazz. 


Il Falso Centro è comunque un prodotto da scoprire, un "concept" tipicamente progressive, una serie di brani che formano un'unica storia. La narrazione si accentra sul risveglio di coscienza di un uomo, un uomo che vuole reimpossessarsi della propria vita e, per farlo, sa che occorre abbattere l'ego, che è frutto dell'invadenza di una società che risucchia le persone nei propri meccanismi. Il cantato è in italiano.



Songs / Tracks Listing (album Il Falso Centro)

1. Davanti allo specchio (4:45)

2. Il Desiderio (16:37)

3. Il Tempo (8:41)

4. Il Trip dell'ego (5:26)

5. "ANT" (9:27)

6. L'armatura (12:42)

7. La Notte oscura dell'anima (5:59)


Total Time 63:47


Line-up / Musicians

- Sergio Calafiura / vocals

- Marco Panzino / drums

- Marcello Mulas / guitars

- Gigi Longu / bass

- Mauro Mulas / keyboards


Releases information

Label: Lizard Records/Locanda del Vento (LDV0000007)

Country: Italy

Release date: 1st February 2014


Su etichetta e distribuzione GT Music Distribution

Buy!




   Mauro Mulas omaggia Keith Emerson: "Manticore"


Ma torniamo al presente e al Mauro Mulas Trio di Chiaroscuro.


Gli altri due componenti del gruppo sono Alessandro "Cinzio" Atzori al contrabbasso e Pierpaolo Frailis alla batteria.


Le musiche sono state scritte e arrangiate da Mauro Mulas, qui al pianoforte - e non all'organo elettrico o keyboards assortiti, come in altre occasioni.

 Un particolare dell'immagine della cover


La bella copertina, opera di OndemediE, dà il senso "crepuscolare-tranquillo" della musica, con il vento al minimo (si deduce dalla manica a vento nella foto) e un paesaggio anch'esso "minimale", si direbbe, rarefatto: simbolo di libertà e forse anche di rassegnata solitudine. Nei brani di Chiaroscuro c'è energia, competenza, a tratti gioia, ma scaturita - si direbbe - dopo vari alti e bassi e per la raggiunta coscienza di dover mettere il sé (non l'ego, attenzione!) davanti al mondo.


Registrato a Cagliari nell'ottobre 2020 presso "La Lavanderia Studio" da Flavio Laconi


Mixaggio e mastering: Mauro Mulas e Andrea Locci

Producer – Mauro Mulas, Vannuccio Zanella


In Chiaroscuro siamo più vicini a Thelonius Monk e a Chick Corea che non a Keith Emerson. Come abbiamo già largamente visto, Mulas padroneggia sia il linguaggio jazz che quello prog rock (genere che, è risaputo, comunque tanto attinge dal jazz) e si districa molto bene sia con le impressioni marca John Coltrane che con le suites degli ELP. 

A John ('Trane') ad ogni modo questo album sarebbe piaciuto. Ma anche a Markus Miller, a Pat Metheny...




Da un'intervista a Mauro Mulas su 'Arlequins' a proposito del progetto "prog" Entity.


"Come musicista hai qualche tastierista a cui ti ispiri, o che ti piace particolarmente?"


"A parte Keith Emerson, sicuramente Jan Hammer. Anche Chick Corea mi piace molto. Per restare in campo progressive, un altro è Rick Wakeman, anche se non apprezzo in particolare il suo modo di restare spesso ancorato a certe soluzioni barocche. Un lavoro che mi piace molto degli Yes è Tales from Topographic Ocean, che contiene a mio avviso molte idee originali."



 Mulas in una foto scattata sul palco insieme a Rubens Massidda ('Massidda & Mulas live'), 2013


Quest'altro progetto (vedi video sottostante) si chiamava KTL, nato dalle idee del musicista e producer Marco Angioni, che con l'aiuto di Mulas e di parte dei componenti degli Entity ha portato quei pezzi nati in studio in concerto.
Nel 2001 KTL ha aperto il concerto dei Jethro Tull al Molo Ichnusa e nel 2006 il gruppo si è esibito nel festival "InProgress One" di Sestu.


A parte le cose con gli Entity e i KTL, Mulas vanta numerosi collaborazioni con artisti e gruppi non solo sardi. Ha partecipato all'album I racconti del mare degli Akroasis di Pierpaolo Meloni, organizzatore del festival InProgress One, rivisitando per pianoforte due loro tracce. Ha partecipato al progetto Colossus Iliad, di Marco Bernard, con due brani per pianoforte di propria composizione (vedi su Spotify: Iliad, a Grand Piano Extravaganza). C'è poi da segnalare l'album del M'Organ Quartet, con il chitarrista Massimo Ferra: un lavoro di jazz-rock con qualche influenza progressiva.

Ha inoltre realizzato una composizione per l'ambizioso progetto Colossus sul Decameron: una suite in quattro parti dove suona pianoforte e tastiere e dove si sentono anche il clarinetto di Marco Argiolas e la batteria di Marcello Mameli. 




Molto belle anche le sue esibizioni in duo con Sergio Calafiura (cantante degli Entity), una delle voci più gradevoli della canzone italiana.


Ma torniamo all'album di oggi e ora.


 Chiaroscuro


Tracklist

1. Un Giorno Ancora 3:52

2. Agitazione 6:40

3. Grey 7:27

4. Bobcat 5:51

5. Equilibrio Precario 5:04

6. Milonga 5:37

7. Trash Blues 4:47

8. Ballad 5:51

9. Chiaroscuro 6:40

10. Vertical 3:09

11. Il Senso Della Vita 3:48



L'incipit, "Un giorno ancora", è una fantasia pianistica e da questo punto si dipana una serie di note che ci farà compagnia per le prossime due tracce con cambiamenti sensibili, con piccoli sismi, fino a che parte "Bobcat" e allora questo lavoro prende davvero quota anche in senso ritmico. Sono tutti pezzi gradevoli, alcuni entusiasmanti ("Vertical": quanta giocosità creativa!). Ma, muovendosi dall'alfa all'omega, e dunque dalla prima all'11sima traccia, il momento più alto in cui ci si imbatte nel CD è "Trash Blues", dove per la prima volta anche basso e batteria possono mettersi pienamente in luce; un brano che ci costringe a battere il  tempo... se non addirittura a schizzare in piedi e ballare. Davvero ben fatto.


Il lirismo di "Ballad" (ottava traccia) precede la straordinarietà di "Chiaroscuro", brano giustamente scelto per battezzare l'intero album, per via della sua complessità e dell'interplay importante della pariglia bass+drums. E non stiamo qui a parlare nel dettaglio delle altre tracce, che è vano descrivere (non occorre sempre parlare di tutto!) e che bisogna solo ascoltare, godendone appieno. Noi possiamo soltanto accennare ai pilastri dell'opera, ai muri portanti, se volete. 

In certo qual modo, l'ascolto di Chiaroscuro ci fa ritrovare dentro un club fumoso, di quelli che un tempo si era soliti frequentare (e non solo a Harlem o a St. Louis!), con un piccolo palcoscenico illuminato sopra a cui si scatena la grandezza (pacata!) di geni sconosciuti del jazz, con una cameriera che fa la spola tra il bar e le zone d'ombra.


La song dal titolo "Il Senso Della Vita" è una chiusura "a fronte serena", il messaggio di uno spirito illuminato, di qualcuno che ha finalmente trovato pace.

Donando questa pace, questa nuova consapevolezza, anche a noi.


E rimettiamo il disco sul piatto (cioè: facciamo ripartire l'album sul nostro mp3-player), tornando ad assaporarne ogni nota, tutte le sfumature...



   "Un giorno ancora", una delle composizioni presenti in Chiaroscuro



Mauro Mulas è anche su Spotify

L'album su G.T. Music

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venerdì 25 giugno 2021

'Hot Jats' - omaggio in jazz a Frank Zappa

 Disco piacevole, creativo, stimolante.

Uscito ormai nell'ottobre 2019 ma sempre disponibile.
Label: G.T. MUSIC DISTRIBUTION

Vannuccio Zanella
www.mprecords.it
www.gtmusic.it

  Buy


Nel 1969 veniva pubblicato Hot Rats, di Frank Zappa, con 5 tracce strumentali e una sesta - "Willie the Pimp" - che usufruiva dell'ugola di Captain Beefheart. "Un film per le orecchie", lo stesso Zappa descrisse quel suo secondo, leggendario album.
Mezzo secolo dopo, esce un altro "film", un film di e per Zappa, ma girato e interpretato da tre eccellenze jazzistiche di casa nostra: il pianista Massimiliano Fantolini, il bassista Mauro Giannaccini e, alla batteria, Jacopo Giusti (sì, quello degli Aliante!). 
Un tributo al polistrumentista italo-americano, dunque, con un titolo che ricalca quello di Hot Rats... seppure solo due brani provengano da quell'album e gli altri siano stati tratti dalla rimanente - sconfinata! - discografia zappiana. I titoli in questione sono "Son of Mr. Green Genes" e "Little Umbrellas" (tema di Taxi Driver).



Di Giusti ricordiamo che già nel 2006 aveva suonato in un disco-tribute a Frank Zappa, (R)umori jazz, dei Fattore Zeta, dove, oltre ai due pezzi citati, ce n'era un altro da Hot Rats: "Peaches en Regalia". Esperienza poi ripetuta con il duo / in parte trio / degli Electric Bongo Fury (insieme a Nicol Franza - anche lui elemento dei Fattore Zeta - e a Fabrizio Brilli) a cui seguì addirittura la replica con gli stessi Fattore Zeta (Live in Zappanale 2008, registrazione di un concerto tenutosi a Bad Doberan in Germania, sede di quello che è forse il più importante festival mondiale dedicato esclusivamente al Nostro). Dunque, quasi tutta una vita artistica all'insegna di Zappa!



E, già che abbiamo parlato del drummer, ricordiamo in breve la bio e la posizione degli altri due componenti del combo: Fantolini è docente di Pianoforte Jazz presso la Scuola di Musica della Società Filarmonica Pisana, con cui ha prodotto diversi concerti, e ha suonato nell'acclamato duo Something New insieme al sassofonista Federico Pistelli (colonna portante dei Fattore Zeta!), nonché nella Laura Punto Band; ha inoltre numerose apparizioni dal vivo con svariati altri artisti. Inutile dirlo: pure lui fu un membro dei Fattore Zeta, che, più noi andiamo approfondendo, e più si rivela essere fucina e nel contempo refugium di numerosi talenti.

Dal canto suo, Giannaccini non è da meno a collaborazioni (non solo in ambito jazz). Anche lui fece parte dei Fattore Zeta - "A jazz tribute to the Music of Frank Zappa" -, che lo portarono a suonare in varie parti d'Italia. Dopo diverse altre collaborazioni e tanti concerti, nel 2016 si unisce a quello poi divenuto Trio Kadabra e inizia a incidere "A new project for the music of Frank Zappa".
Cioè: Hot Jats.


TRACKLIST:

1 – Chunga's Revenge     4:41
2 – Blessed Relief     5:12
3 – How could I be such a fool?   4:47
4 – Dog breath variations   5:31
5 – Eat that question - Inca roads    8:37
6 – All blues / King Kong / Frame by frame   4:58
7 – Little Umbrellas / Taxi Driver's Theme    4:53
8 – Son of Mr. Green Genes     6:24
9 - Take you clothes off when you dance   2:42



Le 9 tracce di Hot Jats appartengono tanto a Zappa quanto al Trio Kadabra. C'è un buon grado di riconoscibilità delle composizioni originali (vedi la punteggiatura del basso in "Blessed relief", o la melodia pianistica ad inizio di parecchi titoli). Jazz piacevole, dove lo schema è sempre presente e il motivo e gli accordi di fondo vengono rispettati, ma la macchina sonora confluisce, al momento giusto, in uno swing fatto di tensione e/o giocosità (come nella parte centrale di "How could I be such a fool"): "sviamento" voluto, che i musicisti risolvono con classe e raffinatezza.

Alcuni brani hanno un approccio più vicino alla canzone rock, con il beat di Giusti a indicare la direzione. Ma è quasi sempre magia jazzistica. Partendo dal pentagramma zappiano, i tre musicisti sfruttano la loro creatività e il momentaneo stato d’animo per creare sempre nuove soluzioni (anche tecniche) e ulteriori assoli.




E, come si addice al personaggio omaggiato (giustamente ritenuto un genio), quella di Hot Jats è musica non priva di ironia e autoironia. Brani quali "Dog breath variations" e "All blues - King Kong - Frame by frame") presentano parentesi poderose, energiche, mentre altri sembrano un approccio alla romanza che poi sfocia in estrosità. Sempre sotto l'insegna di Frank, ovvio. In maniera ribelle e irriverente, indolente e attenta. 
Strutture di cemento che d'un tratto si librano sopra le nostre teste...

Nessuno, ovviamente, ha necessità di chiedersi perché proprio Zappa. Semmai, abbiamo difficoltà ad esprimere ciò che questo immenso artista significa per noi che lo amiamo. Così dobbiamo mutuare le parole di uno scrittore, uno dei tanti che gli hanno dedicato una biografia:

"Zappa ti cambia la vita anche da morto. Perché la sua musica morire non può e la fai vivere tu, che te la porti dentro prima ancora di saperlo. Quando finalmente la scopri, lo senti, capisci che suona per te, parla con te".

   (Massimo Del Papa: Zappa en Regalia - Vita complicata di un genio)








Il nostro brano preferito da Hot Jats: "Eat that question - Inca roads".




        “Jazz isn't dead. It just smells funny.”       (Frank Zappa, 1974)


martedì 6 aprile 2021

Una band "per divertimento": V.S.O.P.

 Genere: jazz

Fondata nel: 1976


Al piano: Herbie Hancock,

al sax Wayne Shorter,

alla tromba Freddie Hubbard,

al contrabbasso Ron Carter,

alla batteria Tony Williams.


Poi subentrato: Wallace Roney, alla tromba (1992)



V.S.O.P. era una band composta dai membri del secondo Miles Davis Quintet più il trombettista Freddie Hubbard.


Il nome (anche The V.S.O.P. Quintet) presumibilmente stava per "Very Special One Time Performance".

La prima esibizione ebbe luogo il 29 giugno 1976 a New York nell'ambito del Newport Jazz Festival. Miles Davis rifiutò la richiesta di Hancock di suonare con il gruppo. A differenza di Davis, che suonava nel frattempo esclusivamente jazz elettrico, V.S.O.P proponeva jazz acustico, avvicinandosi nuovamente - e di molto - all'ideale dell'hard bop. 

Anche in seguito i componenti del gruppo speravano a un ripensamento di Miles Davis, ma la leggenda vivente non si unì mai a loro. Il ruolo di trombettista continuò a essere ricoperto da Freddie Hubbard.

Herbie Hancock era il vero motore della band e le composizioni spesso erano uscite dalla sua penna.

L'album del 1992, un tributo a Miles Davis (parzialmente registrato in studio), A Tribute to Miles, vede gli stessi straordinari musicisti, solo che alla tromba quella volta, al posto di Hubbard, ci fu  Wallace Roney. 
Miles era scomparso da poco e i suoi ex collaboratori gli regalarono tale omaggio riverenziale. L'album però non uscì sotto il nome V.S.O.P. bensì con il nome dei cinque esecutori: Herbie Hancock, Wayne Shorter, Ron Carter, Tony Williams, Wallace Roney.




"I Have A Dream", Herbie Hancock

(1969)

Dall'album The Prisoner (1970)
 


 Piano: Herbie Hancock

 Flugelhorn: Johnny Coles

 Trombone: Garnett Brown

 Trombone: Tony Studd

 Flute: Hubert Laws

 Tenor  Saxophone: Joe Henderson

 Bass (vocal): Charles Buster Williams

 Drums: Albert "Tootie" Heath


Producer: Alfred Lion

Studio  Personnel, Recording  Engineer, Mastering  Engineer: Rudy Van Gelder


 Bass  Clarinet: Jerome Richardson

Composer: Herbie Hancock

lunedì 5 aprile 2021

Nicola Alesini e Saro Cosentino - 'Cities'

Ecco un incontro intrigante, che non poteva che dare i suoi frutti. I viaggi, la suggestione dei paesaggi, le atmosfere etniche sono tra i punti in comune dei due musicisti in questione. E il teatro. Entrambi infatti sono stati autori anche di musiche per spettacoli teatrali. (Per la biografia di Saro Cosentino, vi rimando alla nostra recensione di TV Dinner.)



I sette brani di Cities recano nomi di altrettante città e, considerate la preparazione e le caratteristiche dei titolari del progetto, non potevamo che aspettarci questi godibilissimi dagherrotipi in movimento, queste impressioni oscillanti. 
Nicola Alesini (Sanremo, 1947) lo conosciamo dagli Entropia, gruppo romano dedito alla ricerca di nuove sonorità nell’ambito dei ritmi e delle melodie della tradizione mediterranea. Il sassofonista-clarinettista ama esplorare le molteplici espressioni sonore dei fiati con l'apporto di effetti elettronici.
Saro Cosentino (qui al fretless bass, alle chitarre, alle tastiere e al programming) è un altro veterano di #jazz e #sperimentazione. (Ancora una volta: vedi la recensione di TV Dinner, album by Saro Cosentino & Mino Di Martino). Nato nel 1960, il compositore romano è riconosciuto a livello mondiale dagli esperti e gli usufruitori della musica d'avanguardia. (Saro Cosentino Music, su Youtube.)
Tra l'altro ha già fatto un album con lo stesso Alesini: Athmos Sphere (with Joao Filipe and Nicola Alesini - 2017). Per tacere dei vari soundtrack cinematografici, le musiche per la TV e il teatro, i lavori con Franco Battiato ecc.

Cosentino  Alesini



NICOLA ALESINI - SARO COSENTINO

          Cities

CD - Cod.: MPRCD095 - Barcode: 8001902100951

Etichetta: M.P. & Records - Anno: 2021
 Esce il 12 aprile 2021 - M.P. & Records



 


Cities: poco più di mezz'ora e... tutto il mondo. Quello conosciuto. Si comincia con il brano "Genova" ed è come se il suono, nell'intro, volesse penetrare nei meandri dei carrugi, avanzando e smuovendo ogni cosa come le onde; finché non parte la melodia. Melodia che viene trasportata, in tutte le tracce, ora dal clarinetto basso, ora dal "curved soprano sax Yanagisawa SC991". È Nicola Alesini a sprigionare la magia, a portarci nel blue... e nel blues, accompagnato da un altrettanto ispirato Saro Cosentino
Da Genova passiamo alla drammaticità di Istanbul, e quindi arriva "Lisbon", traccia che rispecchia appunto la regione e la città di Lisbona, senza troppa saudade in realtà... Questa, la saudade, ha invece traslocato nella cornice giocosa di "Palermo", città viva pur con la sua tristezza a strascico. "Praga" poi assume la natura di un classico;  è una composizione davvero bella, convolvoli di note. Infine "Venezia": Venezia come vista dal vaporetto, con un senso di sospensione. 
Ci sono citazioni disseminate qua e là, poche ma riconoscibili. Perché questo viaggio è anche un indagare la musica jazz, nelle sue articolazioni geografiche e stilistiche. 

Alesini fa uso degli electronic loops, per chi predilige il minimalismo.

Dall'interno del libretto





Che altro aggiungere? Si tratta di composizioni di pregio, spesso eteree e trasognate. I due artisti rinunciano al groove, rinunciano al rhythm and blues, e le città sembrano essere osservate a volo di uccello, in maniera tranquilla e distaccata (vedi ad esempio "Roma", traccia n. 6).




       Alcuni esempi di lavori trascorsi dei due musicisti:

   Nicola Alesini: "Annapoli"




   Saro Cosentino: "From Far Away" (featuring Peter Hammill)



   Saro Cosentino - Mino Di Martino: "Sheltering Sky"



   Nicola Alesini & Pier Luigi Andreoni feat. David Sylvian: "The Golden Way"



NICOLA ALESINI (piccola presentazione)

Ecco un altro musicista che ha iniziato relativamente tardi a suonare (vedi il nostro articolo su Lorenzo Giovagnoli). "Mi sono laureato in fisica teorica e ho insegnato per trentadue anni. I due mestieri per un lungo periodo si sono sovrapposti, poi c’è stata una dissolvenza incrociata, sono andato in pensione come insegnante e ho continuato a fare solo il musicista. Avendo iniziato tardi, intorno ai trent’anni, ho sempre avuto il complesso dell’autodidatta..."

A noi importa soprattutto che ci viene regalato un sax a dir poco cosmico. Usufruiamo del prolungamento delizioso delle note: si sente subito che questo musicista ha un rapporto di carattere mistico con lo strumento. Il lirismo non manca mai ed era già risaltato in album precedenti (la sua discografia include tra gli altri un tributo a Fabrizio De André registrato con i Radiodervish: FdA). Cosa ci si offre? Jazz e musica popolare, ambient e world music. Sicuramente lo scandinavo Jan Garbarek è un punto di riferimento per Alesini.
Visionarietà, magia, suggestione sono le cifre stilistiche delle sue composizioni e del suo fraseggio certamente lirico, come abbiamo visto, ma sempre netto, graffiante.

Mentre di Cosentino vengono giustamente ricordate, in primis, le sue collaborazioni con Battiato (è stato anche coautore di alcuni brani del genio siciliano), di Alesini dobbiamo specificare che ha lavorato con musicisti del calibro di Glen Velez, Hans Joachim Roedelius, David Sylvian, Roger Eno, David Thorn, Harold Budd, Steve Jansen, Richard Barbieri. Peraltro, Sylvian ha inserito due brani di Nicola Alesini nel suo doppio album antologico Everything and Nothing, del 2000.




 

Dalle note della M.P. & Records:

... Ne deriva la ricerca, spesso difficile, di trovare una identità all’interno di una situazione preordinata, come sottolineano le citazioni, inserite nel libretto, di Italo Calvino (nel libretto a pagina 4), di Nicola Alesini (nel libretto a pagina 8) e di Vannuccio Zanella (nel libretto a pagina 6).

Prodotto da Nicola Alesini e Saro Cosentino, realizzato da Vannuccio Zanella per M.P. & Records, progetto grafico e layout di OndemediE.

In uscita il 12/04/2021 per M.P. & RECORDS, distribuzione G.T. MUSIC DISTRIBUTION di Antonino Destra.


Musicisti:
Nicola Alesini: sax soprano, clarinetto basso, loops elettronici;
Saro Cosentino: basso fretless, chitarre, tastiere, programmazione;

Massimiliano di Loreto: batteria in "Praga".

 


     TRACKLIST:

1 – Genova (per Carlo) (5:41)
2 – Istanbul (3:52)
3 – Lisbon (4:22)
4 – Palermo (4:22)
5 – Praga (4:40)
6 – Roma (3:24)
7 – Venezia (4:48)

 


Una menzione speciale per il progetto grafico e il layout! OndemediE ci ha lavorato davvero bene e ha avuto delle idee straordinarie. 



venerdì 12 febbraio 2021

Chick (R.I.P.) sul palcoscenico di Montreaux

 Se cogliete qui echi di Miles Davis e addirittura di rock progressivo (Klaus Schulze, Tangerine Dream e dintorni), avete buone orecchie: Chick Corea è - fu - un viaggiatore delle note "aliene" così come Sun Ra fu, a tutti gli effetti, un viaggiatore delle stelle.

Molta matematica in questa musica; fin nelle improvvisazioni. E la "filosofia" di Scientology è il binario elettrificato su cui scorrere senza obliare di essere connesso con altre menti... con tutte le menti del mondo.

In memoria di Chick Corea, 1941-2021






Qui sotto invece al Jazz Night In America con il suo Vigilette trio.





Foto: Chick Corea con la pianista giapponese Hiromi, una sua "scoperta"

giovedì 11 febbraio 2021

Torino. Il Charlie Bird diventa studio di registrazione

 Il tempio torinese del jazz reagisce al Coronavirus. Niente spettacoli dal vivo? Venite a registrare da noi!


Leggi su La Stampa l'articolo di Marco Basso


Cos'è, o cos'è stato finora, il Charlie Bird di Torino.

La locandina del locale "pizza and jazz"